Il sentiero Rotary è stato voluto dal Rotary Club di Lecco nel 1991, con la Presidenza del dott. Manetto Fabroni, il quale così descriveva il sentiero alla presentazione: “Con un modesto impegno di cammino, partendo da una molteplicità di punti tra loro collegati e raggiungibili anche con mezzi pubblici, ci si immerge subito in una natura ancora in larga parte incontaminata, affacciandosi come ad un balcone sulla città pulsante di attività , spaziando colla vista alle cime vicinissime delle Prealpi e delle montagne della Svizzera e della Valtellina, al lago, alla grande pianura lombarda fino a Milano ed oltre, ed ancora più in là alla grande cerchia Alpina...”
Dal piazzale della funivia dei Piani d’Erna inizia il sentiero. Si cammina fino ad una cappella con la Sacra Famiglia, si valica il torrente Bione su un ponte chiamato “Ponte della Tenaglia” ci si inoltra nel bosco e si arriva allo storico “Fontanino della Marietta” citato dallo Stoppani (danneggiato dalla sottostante galleria Lecco-Ballabio, è stato da poco restaurato - fonte d’acqua). Ci si inoltra in una stretta gola si contorna il piccolo laghetto di Neguggio, quasi sempre senza acqua, si raggiunge una carrareccia nei pressi di una cascina. La vista si allarga sulle montagne del lecchese ed un tratto della Brianza. Si prosegue poi su strada sterrata di servizio alle cave di calcare. Si continua fino ad una struttura di un nastro trasportatore che sovrasta la strada. Superata la deviazione per Carbonara il sentiero sale in diagonale per un costone boscoso e per pianori e vallette per arrivare al bivio del sentiero che sale al monte Magnodeno. Si procede fino alla località Camposecco cascine, dove si sosta per la pausa pranzo. Dai prati antistanti l'Osteria il panorama si allarga sulla città di Lecco, sul monte Barro, sui corni di Canzo e sul lago di Garlate. Dopo una discesa si aprono i prati di San Girolamo e si sale alla Rocca con i resti del castello dell’Innominato, splendido panorama seguendo l’Adda per lungo tratto. Si scende poi al complesso dei fabbricati del Santuario di San Girolamo Miani o Emiliani. Dall’in- gresso inferiore del Santuario si imbocca la via che scende a Somasca fiancheggiata da cappelle che rappresentano gli episodi della vita del Santo. Nella chiesa di Somasca è conservata l’urna con i resti di San Girolamo.